E’ questa la provocatoria  proposta lanciata dall’Unione Sindacale di Base nell’ambito della tavola  rotonda organizzata martedì scorso a Palermo. E anche la cancellazione  di tutti gli scioperi previsti per il mese di maggio, per dare vita ad  una “quattro giorni di disobbedienza" nelle scuole proprio nel periodo  di somministrazione delle prove Invalsi, per lo sciopero degli scrutini di giugno.
La tavola rotonda, dal titolo “La riforma Gelmini è al suo  compimento: ruolo e responsabilità dei sindacati. Come ricostruire il  movimento di lotta per la riconquista della scuola pubblica statale”, si  è svolta il 12 aprile scorso ed è il primo di una serie di appuntamenti  programmati dall’Usb sul tutto il territorio nazionale. Per declinare questo difficile tema l'Usb Scuola Palermo ha invitato al  confronto diversi sindacati (Cobas, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola,  Sanlas, Gilda, Orsa e Unicobas) e tutti i lavoratori mobilitati ed  auto-organizzati sul territorio. L’invito è stato accolto favorevolmente  solo da una parte degli interpellati. Sono intervenuti: Luigi Del Prete  (responsabile Usb Scuola Palermo) Franco Tomasello (Segretario  Regionale Unicobas Scuola Sicilia); Giacomo Russo (Coordinamento  nazionale Precari Flc Cgil); Sandra Crisafulli (Presidente Cip Messina);  Mariapia Labita (Coordinamento Precari Scuola Palermo); Barbara Evola  (Precari della Scuola in Lotta). A moderare la tavola rotonda è stato  Agostino Aquilina, giornalista della nostra casa editrice. Dopo i saluti iniziali di Paolo Di Gaetano (segretario regionale  dell'Usb Sicilia), l'introduzione di Luigi Del Prete, ha sottolineato  come la mancata partecipazione di Cobas, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda,  Snals ed Orsa ad un confronto pubblico, che mirava ad aprire un  dibattito costruttivo sui contenuti e nei contenuti legati al ruolo dei  sindacati in rapporto alla riforma Gelmini, sia il segno di una volontà  di non superare la frammentazione delle lotte e di non confrontarsi con i  lavoratori della scuola. Il dibattito ha preso le mosse dalla  constatazione che “il futuro della scuola pubblica statale è tetro”, in  quanto segnato da un progressivo processo di precarizzazione del lavoro e  da una trasformazione globale del sistema di istruzione pubblica, anche  attraverso l'applicazione della legge Brunetta che sta facendo  aumentare progressivamente il potere discrezionale dei dirigenti  scolastici, che introduce elementi di valutazione della professionalità  docente ed avvia pericolosi processi di privatizzazione ed  aziendalizzazione del rapporto di lavoro. Il confronto ha visto i coordinamenti precari soffermarsi con  particolare attenzione sulla questione delle graduatorie ad esaurimento,  esprimendo forte preoccupazione per l'orientamento del governo che  vorrebbe bloccare la mobilità interprovinciale.  L'Usb scuola Palermo, per chiarire la propria posizione, ha lanciato il  motto: "libertà di movimento per i migranti e i precari della scuola",  proprio per stigmatizzare le posizioni ondivaghe di tutti i sindacati  concertativi che si sono espressi favorevolmente rispetto alla soluzione  prospettata dal Miur. Ed ha altresì messo in rilievo l'"equilibrismo  sindacale" operato dalla Flc Cgil, che ancora non si esprime chiaramente  sulla questione "trasferimenti", e propone una sub-graduatoria  nazionale per il ruolo, che sembra essere in palese contrasto con la  recente sentenza della Corte costituzionale che ha eliminato il  "criterio" delle code. A tale proposito, l'Usb scuola Palermo, ha messo  in luce come qualsiasi piano di assunzioni, determinerebbe una quasi  totale concentrazione di immissioni in ruolo nel nord Italia, a causa  dei tagli che hanno colpito e colpiranno le ragioni del meridione.  Dopo una serie di interventi dal pubblico, la tavola rotonda è stata  chiusa da Barbara Battista dell'esecutivo nazionale dell'Usb, la quale,  nel mettere in guardia sui processi di privatizzazione ed  aziendalizzazione della scuola pubblica statale e per arginare la  frammentazione delle lotte, ha lanciato una serie di proposte: ritirare  tutti gli scioperi programmati per il mese di maggio; aprire una quattro  giorni di "disobbedienza" dentro le scuole proprio nel periodo di  somministrazione delle prove Invalsi; e rilanciare lo sciopero degli  scrutini nel mese di giugno       
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